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La meningite

La meningite è un’infiammazione delle membrane (meningi) che avvolgono cervello e midollo spinale. Tra i batteri che causano la meningite nei bambini e nei giovani c’è il Meningococco. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 1000 i casi di meningite che si verificano ogni anno in Italia.

Come si manifesta?

Esclusa la fase iniziale, i sintomi della meningite sono difficilmente confondibili con malattie di minore importanza e insorgono in breve tempo e in maniera violenta. Nel caso, è importante rivolgersi al più presto al Pronto Soccorso.
All’inizio possono esserci i sintomi sfumati di una infezione delle alte vie respiratorie (rino-faringite) con febbre, mal di testa, mancanza di appetito.
L’interessamento meningeo è caratterizzato da rialzo improvviso della febbre, irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale), spesso accompagnata da nausea, vomito, fotofobia (disturbo degli occhi nell’esposizione alla luce), alterazione dello stato mentale, convulsioni.

Come si trasmette?

Fortunatamente è pressoché impossibile che il contagio avvenga in circostanze quali: frequentare la stessa scuola, abitare nello stesso palazzo, essere stati negli stessi locali, ma in tempi diversi rispetto all’ammalato. È importante, inoltre, dire che l’essere eventualmente esposti ai germi della meningite non comporta necessariamente lo sviluppo della malattia; è frequente, infatti, lo stato di portatore, cioè di individuo sano, nel cui organismo risiedono questi batteri, senza che la persona abbia sintomi o si ammali.

La malattia si trasmette attraverso le vie aeree superiori tramite le goccioline di saliva e le secrezioni nasali che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla a distanza molto ravvicinata (50-70 cm) e per molto tempo.

La meningite può essere trasmessa solo alle persone che hanno avuto un contatto stretto e prolungato con un malato/portatore del batterio nei 10 giorni precedenti l’inizio dei sintomi.

Per contatto stretto si intendono, per esempio: i normali contatti tra compagni di classe, i conviventi, chi ha dormito o mangiato nella stessa casa, chi ha avuto contatti con la saliva del malato (baci con scambio di saliva, posate, stoviglie e spazzolini da denti condivisi).

Anche la frequentazione di ambienti molto affollati e chiusi, per esempio, discoteche, caserme, collegi, dormitori, comunità in genere, dove è presente una persona infetta può favorire il contagio. Il rischio di diffusione nella scuola è basso/molto basso

Cosa succede quando c'è un caso di meningite

La sorveglianza sanitaria prevede che i soggetti che sono venuti a stretto contattocon un malato nei 10 giorni precedenti l’inizio della malattia devono essere trattati con antibiotici entro 48 ore dall’ultimo contatto con il paziente, a scopo di prevenirne l’insorgenza. Tale trattamento deve essere sempre indicato e prescritto da un medico.
La profilassi antibiotica non è indicata quando sono trascorsi più di 10 giorni dall’ultimo contatto stretto con il paziente e non trova nessuna indicazione nei contatti secondari (contatti dei contatti del malato). Le normali misure di puliziadegli ambienti e una corretta terapia antibiotica eliminano i rischi per la comunità: il rischio di trasmissione è rilevante solo nei contatti definiti come stretti. Per questo non bisogna creare inutili allarmismi. Infatti la chiusura della scuola e la disinfezione degli ambienti non è indicata in quanto i batteri che causano la meningite non sopravvivono nell’ambiente esterno.

Come contrastarla? A chi rivolgersi in caso di dubbio?

Alcune buone e semplici norme igieniche aiutano a contrastare la diffusione della meningite e di tante altre malattie infettive:
-lavarsi accuratamente le mani
-mantenere la propria una corretta igiene personale
-arieggiare periodicamente gli ambienti di vita e di lavoro (casa, scuola etc.)

Nel caso di dubbi, si possono richiedere informazioni all’ATS di Brescia (ex ASL) al numero 800777346

Epatite A

È una malattia infettiva acuta causata da un virus che colpisce il fegato.

Da cosa è causata e come si trasmette?

L’epatite A è causata dal virus HAV.

L’HAV si trasmette per via oro-fecale. Il soggetto infetto elimina il virus attraverso le feci già 7-14 giorni prima dell’esordio dei sintomi. Il soggetto sano si infetta:

– per contatto diretto con persone infette;

– attraverso il consumo di acqua o di cibi contaminati dal virus (crudi o non cotti a sufficienza);

– attraverso rapporti sessuali di tipo anale o oro-anale.

Come si manifesta?

L’epatite A si presenta in genere con sintomi poco specifici come inappetenza, malessere generale, febbre, nausea. Talvolta compare l’ittero, colorito giallognolo della pelle, delle sclere – la parte bianca dell’occhio – e delle mucose. I sintomi durano dalle 2 alle 10 settimane. Qualche volta può essere asintomatica. Non va mai incontro a cronicizzazione.

Dopo quanto tempo compaiono i segni e i sintomi?

I sintomi compaiono dopo 15-45 giorni dal contagio.

Si guarisce?

L’epatite A ha generalmente un’evoluzione benigna e conferisce immunità permanente. Può presentarsi in maniera severa nei soggetti sopra i 50 anni e nei soggetti con sistema immunitario compromesso.

Come si previene?

Per prevenire l’epatite A è necessario:

– Usare misure di protezione, quali condom e dental dam, e una scrupolosa igiene delle mani durante e dopo i rapporti sessuali;
– lavare le mani dopo aver usato il bagno, prima di mangiare e durante la manipolazione di cibi e bevande;
– non consumare frutti di mare crudi;
– lavare accuratamente le verdure prima di consumarle; lavare e sbucciare la frutta;

– il vaccino rappresenta la misura più efficace di prevenzione contro l’epatite A. La protezione si raggiunge dopo 14-21 giorni dalla prima dose. Una seconda dose a distanza di 6-12 mesi dalla prima prolunga l’efficacia protettiva per un periodo di circa 20 anni. In caso di avvenuta esposizione al virus, il vaccino è in grado di ridurre la probabilità di malattia se effettuato entro 8 giorni dall’esposizione.

In Regione Lombardia, i soggetti a rischio di trasmissione di epatite A per via sessuale possono richiedere gratuitamente la vaccinazione anti HAV.

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